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ADM

Aggiornamento: 28 ott 2022

Così come ho già fatto per il discorso relativo alla estensione della consultazione partecipata nei servizi per il diritto di visita e di relazione, anche questo discorso lo dividerò in due parti. La sezione di oggi è una presentazione dei servizi di educativa domiciliare, mentre la prossima sezione riguarderà la estensione della consultazione partecipata in questo tipo di servizi.



A fine gennaio, in un articolo dedicato alla descrizione del "mio" metodo, avevo accennato come nell'ultimo periodo - dallo scorso ottobre, per essere più precisa - lo stessi sperimentando anche nelle visite domiciliari, nell'ambito della libera professione.

Prima di raccontarvi questa esperienza, però, mi sembra necessario soffermarmi a tracciare un ritratto degli interventi di educativa domiciliare.

Poiché i casi in cui sono le famiglie stesse a richiedere (e pagare) questo tipo di servizio costituiscono una netta minoranza, descriverò le situazioni afferenti al pubblico. Ovvero: la cosiddetta Assistenza educativa Domiciliare ai Minori.


Si tratta di un servizio di sostegno rivolto a famiglie in situazioni di crisi momentanea - per esempio: deprivazione socio-economica, isolamento ed emarginazione, limitazioni fisiche o psichiche, conflittualità di coppia.

Il servizio ha quindi una chiara e importante valenza preventiva. Infatti, si propone di intervenire a sostegno dei nuclei familiari dove si riscontrino difficoltà nello svolgimento delle funzioni genitoriali di cura ed educazione, preservando il collocamento del minore presso l'abitazione familiare, vale a dire evitandone l'inserimento presso una struttura comunitaria. Si cerca quindi, fin dove è possibile, di garantire il diritto del figlio a crescere ed essere educato all'interno della sua famiglia.

In quanto finalizzato a consentire la permanenza del minore nel contesto di origine, l'ADM è un servizio rivolto a tutta la famiglia: destinatari dell'intervento sono sia il figlio sia i genitori. Per quanto riguarda il figlio, si tratta di tutelarlo (monitorando il livello dei fattori di pregiudizio), di accompagnarlo, di promuovere le sue risorse personali. Per quanto riguarda i genitori, si tratta di recuperare o promuovere le loro responsabilità di accudimento e cura, di sostenere la loro funzione educativa, di ristabilire o rafforzare una certa qualità della relazione tra loro e il figlio.

In sintesi: attraverso l'ADM - eventualmente in sinergia con altri interventi in essere - ci si propone di favorire una evoluzione positiva della situazione di difficoltà o pregiudizio attraverso azioni protettive e supportive rivolte a tutti i membri della famiglia.



L’educatore, quindi, protegge e sostiene il minore, mentre al contempo accompagna i genitori in un percorso di (ri)acquisizione di responsabilità, funzioni e competenze genitoriali. Fa questo osservando, analizzando i bisogni, individuando gli elementi di sofferenza, valorizzando le capacità e promuovendo le risorse con cui far fronte al disagio, condividendo momenti della quotidianità ed esperienze, definendo una progettualità pedagogica.

Inoltre, poiché il suo intervento non si svolge solo all'interno dell'abitazione del nucleo, ma anche in altri luoghi frequentati dalla famiglia, egli comunica (e si coordina) con le agenzie educative e ricreative (scuola, oratorio o dopo-scuola, centro diurno, palestra, laboratorio etc) ed eventualmente con altri spazi o persone importanti (medico di famiglia, cerchia amicale del minore, vicini di casa etc).

Anche in considerazione della grande complessità della sua funzione, è fondamentale che l'educatore mantenga uno scambio continuo con gli operatori del Servizio Sociale competente e, quando coinvolto, con il servizio Tutela Minori; nonché che collabori e si integri con gli eventuali altri servizi che abbiano in carico i membri del nucleo (UONPIA, consultorio familiare, terapeuti privati etc).

Come nello Spazio Neutro, anche nell'ADM i compiti essenziali dell'educatore sono: osservare, riflettere, agire secondo una chiara e precisa intenzionalità, documentare.



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