Un testo scritto - di getto, spinta da urgenza - alcuni anni fa, durante una vacanza con i ragazzi della comunità educativa dove lavoravo allora.
Il tentativo (insufficiente e maldestro) di comprendere l'imbarazzo, il disagio e la rabbia di uno di loro, dando voce al suo silenzio e alla sua storia.
Ma se ora trasformassi
in gioco la paura dell'onda
invece di restare sulla spiaggia
a sorridervi dicendo che non so
nuotare
Come se nuotare potesse mai
salvare
se d'azzurro non si muore
solo precipitando in mare
ma anche per dannarsi
e soffocare e arrendersi
schiacciati nell'attesa
senza cibo acqua luce
Io ho visto
morire
d'abisso e anche d'attesa
e ogni giorno io sconto
il debito di essere arrivato
qui
vivo!
per tutti quelli che
invece no!
Ma se ora trasformassi
in gioco la paura dell'onda
invece di torcermi le mani
dannandomi perché non so
scordare
Come se scordare potesse mai
guarire
se anche i giornali sanno
che il dondolio non sempre
è culla o scherzo ma pure
precipizio - un pendolo
feroce che dice vita-morte
morte-vita vita-morte
Io ho visto
morire
d'abisso e anche d'attesa
e ogni giorno io sconto
il mio debito di vita
con tremori e pene
e colpe
- ricordi che mi affollano
e che non ho parole per

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