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La scienza dell'educazione

Aggiornamento: 28 ott 2022


Cos'è la pedagogia e chi è il pedagogista? Se mi avete letta fin dall'inizio, avrete capito che, quando si tratta di spiegare un concetto, mi piace ripercorrere la storia del termine, a partire dalla sua etimologia.

Pedagogia deriva dal greco "paidagogia" ovvero dal sostantivo "paidos", che significa bambino, seguito dal verbo "ago", che significa guidare, accompagnare. Quindi pedagogia significa, letteralmente, accompagnamento dei bambini. E infatti nell'antica Grecia il pedagogo era uno schiavo che accompagnava il bambino nel tragitto da casa a scuola e da scuola a casa. Tuttavia fin dall'epoca romana il significato del termine ha preso a spostarsi, via via avvicinandosi sempre più all'area dell'insegnamento, fino ad arrivare a coincidere, di fatto, con quello di "precettore". Attualmente si utilizza invece il termine pedagogista, che indica lo studioso della pedagogia, cioè colui (o colei) che si occupa dello sviluppo globale dell'essere umano lungo l'intero ciclo di vita. Già, la pedagogia non riguarda più solo i bambini.


Il vocabolario Treccani definisce la pedagogia come "la disciplina che studia i problemi relativi all'educazione e alla formazione dell'uomo, avvalendosi dell'apporto di numerose altre scienze, allo scopo di indicare i principi, i metodi e i sistemi su cui modellare la concreta prassi educativa". La pedagogia, quindi, concerne le diverse tappe dello sviluppo e dell'esistenza: l'infanzia, l'adolescenza, l'età adulta e la vecchiaia. Concerne, inoltre, anche particolari situazioni e specifiche condizioni, per esempio: la genitorialità, le disabilità, i disturbi psichiatrici, i disturbi specifici dell'apprendimento, le carcerazioni, le dipendenze.

Il pedagogista è allora un esperto dei processi educativi, formativi e dell'apprendimento. In quanto tale, opera non solo nei servizi educativi e nei presidi scolastici e formativi, ma anche in altri vari ambiti, tra cui: giudiziario, ambientale, culturale, della cooperazione internazionale, aziendale. Una figura molto diversa, quindi, rispetto al pedagogo-schiavo ma anche rispetto al pedagogo-precettore.



Il significato etimologico del termine pedagogia, allora, ci dice qualcosa solo delle sue origini. Ma poco, molto poco, della sua storia e del suo senso attuale. In un qualche modo resta valido, mi pare, quell'-ago finale, il verbo "accompagnare". (Ma questa è solo la mia opinione e come tale va intesa.)

Mi sembra importante specificare che comunque già gli antichi greci non si preoccupavano solo del tragitto dei bambini da casa a scuola, ma anche del loro sviluppo. Aristotele, per esempio, ci ha lasciato importanti riflessioni su tematiche e questioni pedagogiche.

Ma nell'antica Grecia la pedagogia non era considerata una vera e propria disciplina, bensì un ramo della filosofia. Di fatto, è solo alla fine dell'800 che la pedagogia comincia a essere concepita diversamente, grazie alla sua stretta relazione con la psicologia. Una relazione che è proseguita nel tempo, fino a oggi.

E' con il positivismo che si inizia a parlare della pedagogia come della scienza dell'educazione. La pedagogia si fa scienza perché utilizza il metodo scientifico, cioè perché si basa sul processo di osservazione, analisi dei dati (provenienti dalla realtà socio-culturale), formulazione di ipotesi, realizzazione di esperimenti ecc. Pensiamo a Maria Montessori, a Piaget, a Bruner...

Inizia a fine 800 a delinearsi il ritratto di una scienza che si occupa delle questioni relative all'apprendimento, alla formazione e all'educazione, basandosi anche sui contributi della psicologia, della psicoanalisi, della sociologia, dell'antropologia, della filosofia, delle neuroscienze.

Una disciplina contaminata. Ma anche contaminante.



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