Questo articolo costituisce il seguito del discorso avviato il 22 febbraio sui servizi per il diritto di visita e di relazione. Qui cerco di spiegare perché - e come - è stato (ed è) possibile estendere la Consultazione Partecipata in questa tipologia di servizi.
La finalità principale dei servizi per il diritto di visita e di relazione è rendere possibile, facilitare e sostenere il rapporto tra il minore e uno dei genitori (o, in alcuni casi, entrambi) in seguito a una situazione di profonda crisi familiare che ha interrotto, allentato, complicato o spento quel rapporto.
Facilitare la comunicazione e favorire la relazione è anche la funzione della Consultazione Partecipata. Questa simmetria, questa corrispondenza tra lo scopo ultimo della CP e l'obiettivo degli incontri a Spazio Neutro, è il primo elemento che rende possibile estendere il metodo della CP ai servizi per il diritto di visita e di relazione.
Altri elementi sono: il principio comune di (ri)mettere il figlio al centro; l'idea, condivisa seppur declinata in modo lievemente diverso, del recupero della genitorialità; una comunanza di intenti tra il concetto di "epochè" e quello di "neutralità"; l'alternanza, prevista da entrambi i setting, tra incontri genitore-figlio e colloqui tra soli adulti.
Questi elementi di contiguità tra Consultazione Partecipata e Spazio Neutro ci hanno condotti a immaginare di poter trasporre alcuni "ingredienti" della prima nel secondo - e poi a trasporli davvero, a sperimentarne gli effetti e a verificarne l'efficacia.
Un primo aspetto sono le due regole fondamentali della CP: giocare/interagire con il figlio e osservare ciò che accade per poterne poi discutere in un momento successivo, durante un apposito colloquio; non parlare sul figlio o del figlio, ma sempre con il figlio. Anche negli incontri a Spazio Neutro si danno al genitore queste due indicazioni.
L'educatore effettua incontri con il minore insieme al genitore, alternati a colloqui con i soli genitori (sia l'incontrante sia il collocatario). Gli incontri congiunti genitore-figlio costituiscono per il figlio l'opportunità di esprimere il suo sentire e per il genitore incontrante l'opportunità di parlare con lui. Tutte le osservazioni, le riflessioni e le ipotesi che sorgono riguardo a questi incontri, i genitori le discutono con l'educatore nel corso degli appositi colloqui separati.
Qui l’elemento principale di novità, rispetto al modo in cui si tende a lavorare nei servizi per il diritto di visita, è costituito dai colloqui con i genitori, intesi non più come mera restituzione, bensì come confronto, scambio, "luogo" di collaborazione.
Proprio il principio che il genitore sia "il più stretto collaboratore" dell'operatore è un altro componente della CP che può essere proficuamente trasposto nello Spazio Neutro, soprattutto se correlato all'idea dell'epochè.
In particolare, l’epochè risulta essere uno strumento utile ad approcciarsi in modo benevolo ai genitori, scongiurando il rischio di atteggiamenti pregiudizievoli e di interpretazioni frettolose ed errate, nonché favorendo, quando necessario, l'operazione di miglioramento dell’immagine del genitore incontrante nel figlio.
Anche i concetti di "atmosfera emotiva" e di "rêverie" possono essere facilmente, e utilmente, implementati - purché si parta dal presupposto che l’educatore debba partecipare alla relazione genitore-figlio. Per promuovere un cambiamento, per accompagnare nella trasformazione, l'educatore deve avere una parte attiva (proprio come ce l'ha il terapeuta nella CP) intervenendo nelle situazioni di crisi, fraintendimento o stallo.
Gli interventi dell'educatore non si qualificano mai come saturazioni, sostituzioni, interruzioni o correzioni. Al contrario, sono per lo più semplici descrizioni di ciò che accade, basate sulla comprensione della situazione in corso o della dinamica in atto. L'educatore, pertanto, partecipa a quanto accade, per poterne restituire il senso. La sua capacità di rêverie, quindi, può servire a favorire il contatto tra genitore e figlio.
Se si adotta quest'ottica trasformativa, si può vedere come i servizi per il diritto di visita e di relazione condividano con la CP anche l'idea che un buon lavoro di prevenzione possa davvero evitare che la situazione di tante famiglie si aggravi, richiedendo poi anche interventi altri, tempi di trattamento più lunghi, stress maggiore.
Gli incontri a Spazio Neutro possono essere leve per cambiamenti importanti, che consentano alle famiglie di raggiungere nuovi equilibri. E' compito, e responsabilità, del professionista sfruttare al meglio questo enorme prezioso potenziale!

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